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sabato 4 giugno 2011

Il sistema del profitto

Pochissime persone negherebbero che lo stato attuale del mondo lasci molto a desiderare. L’umanità barcolla da una crisi all’altra – un continuo susseguirsi di guerre, carestie, depressioni, repressioni…
Il capitalismo ha sviluppato un’enorme capacità produttiva, ma la sua organizzazione e i suoi rapporti sociali causano problemi estremamente seri e lo rendono incapace di soddisfare i bisogni fondamentali della sua gente.

Un vasto ammontare delle risorse del mondo è speso nella produzione di armi da guerra, da pallottole e baionette ad armi nucleari e chimiche. Accanto a queste armi vi sono le forze armate che ogni stato organizza, veste, nutre, addestra e schiera. Questo è uno spreco massiccio di sforzi umani; è tutto volto ad essere distruttivo e niente a creare qualcosa di utile per gli esseri umani.

In un mondo che potrebbe produrre più che a sufficienza per nutrire e prendersi cura della sua popolazione milioni di persone sono senza abitazione e decine di milioni muoiono ogni anno perché non hanno abbastanza da mangiare o per mancanza di opportuno trattamento medico. Nulla di tutto questo è necessario. Succede mentre i coltivatori in Europa e nel Nord America sono pagati per tenete la terra incolta; talvolta perfino il cibo che è stato prodotto viene distrutto o lasciato marcire. Ciò ha senso per la logica del profitto, ma in termini di interessi umani è selvaggiamente folle.

L’ambiente è sempre più minacciato dall’inquinamento e dalla distruzione di alcune delle sue caratteristiche vitali naturali ed ecologiche. Sentiamo avvertimenti ben informati di un disastro incombente, se non agiamo per sradicare il problema, ma questi avvertimenti sono sempre affrontati con l’obiezione che salvare l’ambiente può essere un’attività costosa e a danno del profitto. Non sarebbe necessario per l’industria e l’agricoltura espellere sostanze nocive nell’aria, nella terra, nei fiumi e nei mari. Fanno questo oggi perché l’inquinamento è visto come la scelta più economica, il che significa più profitti facili, e in una società dove il profitto è la motivazione dominante per la produzione quella è una giustificazione sufficiente per non tenere in nessun conto il benessere umano.

Questi sono alcuni esempi di come il capitalismo opera contro gli interessi delle persone del mondo. In contrasto, come spiegano gli articoli di questa rivista, il socialismo avrà rapporti sociali, motivi per la produzione e concetti fondamentalmente  differenti riguardo agli interessi e alla sicurezza degli esseri umani.

Tutti i programmi che attualmente sono avanzati dai politici di professione per occuparsi dei problemi del capitalismo con le riforme sono destinati a fallire a causa del loro metodo essenzialmente frammentario. Tentano di trattare i sintomi invece di procedere per la causa basilare. Ecco perché, dopo un secolo o più di riformismo, i problemi dei quali i riformisti reclamano di occuparsi sono ancora qui.
È necessario un cambiamento molto più radicale e fondamentale per creare la struttura all’interno della quale questi problemi possano essere risolti.

(Traduzione da Socialist Standard, maggio 2005)