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sabato 14 giugno 2014

Il fenomeno mafioso

La mafia è una espressione del potere che si è adattata stupendamente al sistema capitalista mettendone in discussione la morale ed evidenziando la spietatezza delle logiche di profitto.
Qui in allegato espongo un'analisi di questo fenomeno dal punto di vista maxista. In ultima analisi si può constatare come se nel sistema pre-capitalista la mafia fosse legata a realtà locali con lo stabilirsi del capitalismo la mafia diventa impresa e si mescola con il lobbismo borghese. Per questo motivo oggi la mafia non è più quella degli uomini d'onore, campieri e strozzini ma parla la stessa lingua imprenditoriale della borghesia "onesta". Buona lettura.

sabato 7 giugno 2014

Che cosa intendiamo per “rivoluzione”?

Qualsiasi cosa si possa pensare del conduttore radiofonico Russell Brand, almeno ha reintrodotto la parola ‘rivoluzione’ nel vocabolario politico. Ma che cos’è una ‘rivoluzione’?

Una buona definizione del termine “rivoluzione” è stata data dal socialista britannico del periodo vittoriano William Morris in una conferenza del 1884, pubblicata successivamente in forma di opuscolo con il titolo “Come viviamo e come potremmo vivere”. Morris scrive:
«La parola Rivoluzione, che noi Socialisti siamo così spesso obbligati a usare, ha un suono terribile agli orecchi di molta gente, anche se abbiamo spiegato loro che non necessariamente significa un cambiamento accompagnato da rivolte e da ogni sorta di violenze, e che non può significare un mutamento fatto meccanicamente, a dispetto dell’opinione pubblica, da un gruppo di uomini che sono riusciti in qualche modo a prendere momentaneamente il potere esecutivo. Anche se spieghiamo che usiamo la parola “rivoluzione” nel suo senso etimologico e che intendiamo con essa un cambio delle basi della società, la gente ha paura dell’idea di un cambio così vasto e implora che si parli di riforme piuttosto che di rivoluzione».
Una rivoluzione, allora, è “un cambio delle basi della società”, accompagnato o no dalla violenza (in effetti Morris pensava che ci sarebbe stata), un cambio che deve essere piuttosto rapido implicando una netta rottura con la società esistente. Il mutamento delle basi della società che i socialisti prospettano, è un mutamento di ciò che esiste oggi, dove la società è basata sulla proprietà e sul controllo dei mezzi di produzione della ricchezza (tramite cui la società stessa sopravvive) da parte di una esigua minoranza di individui abbienti, di società per azioni e di stati. Vogliamo passare da questa situazione a una dove i mezzi di produzione sono divenuti la comune eredità di tutti, per esser usati, sotto controllo democratico, per il beneficio di tutti. Un cambiamento da una società classista a una società senza classi. Un cambiamento dal capitalismo al socialismo.