Non è difficile
constatare che il movimento socialista e il suo pensiero sia oggi relegato ad
una posizione a dir poco marginale. I lavoratori, sia dei paesi economicamente
sviluppati che non, hanno una vaga ed in generale errata idea di cosa
significhi Socialismo. Quali sono le cause? La causa principale è la
mondializzazione del mercato del lavoro. La produzione o va dove la forza
lavoro costa enormemente meno o è la forza lavoro a bassissimo costo e
aspettative a sportarsi verso la produzione. Questa internazionalizzazione del
capitale non ha avuto una corrispondente internazionalizzazione del movimento
socialista. Le identità statali borghesi spacciatesi per identità nazionali
hanno ancora la supremazia sul pensiero della classe lavoratrice. La stessa
identità di classe è stata assottigliata e confusa. Nei paesi sviluppati
economicamente l’ambiguità di questa definizione ormai dettata dal pensiero
borghese ha praticamente svuotato la classe della sua coscienza. Nei paesi
sottosviluppati economicamente le condizione di depressione esistenziale e di
bassissimo potere contrattuale non ha permesso nessuna presa di coscienza. Come
risultato abbiamo la coscienza di classe ai minimi storici. Tra molti
lavoratori è prevalsa l’idea che non ci sia alternativa alla struttura e morale
borghesi, dove è normale che ci siano ricchi e poveri, dove l’importante è che
ci sia libertà, eguaglianza e fraternità, ma secondo il loro significato
borghese, ovvero gli affari sono affari e vengono prima di ogni altra cosa.
E noi socialisti
ci ritroviamo troppo spesso a dover rispolverare e ricontestualizzare il
concetto di classe lavoratrice oppressa e quello di classe dominante. Che si
può semplicemente risolvere in un discorso di sostentamento: senza il tuo, o di chi ti mantiene, lavoro remunerato (pensione
inclusa) puoi campare di rendita, e far campare i membri della tua famiglia che
non sono nelle condizioni di lavorare (figli piccoli, disabili, anziani) con
uno standard di vita adeguato per il resto dei tuoi giorni? Sì? Allora non fai
parte della classe lavoratrice. No? Allora ne fai parte e devi assicurarti di
essere sempre in una occupazione retribuita, vedendoti al miglior, o di questi
tempi l’unico, offerente. Questa definizione non dovrebbe confondere nessuno
e far vedere alcuni “colleghi” o conoscenti in una luce diversa se nel loro
caso, sì, sarebbe la risposta giusta. I ricchi, membri della classe dominante,
non stanno necessariamente sullo yacht tutto l’anno, molti “lavorano”, o più
correttamente passano il tempo in un ambiante lavorativo, non che ne abbiano
bisogno economicamente si intende. Ad ogni modo questa ambiguità associata al
fatto che la classe media per “diritto divino” non si ritiene facente parte
della classe lavoratrice, nonostante non possa rispondere al questo sopra posto
positivamente, porta all’offuscamento della coscienza di classe. Di conseguenza
il vero e proprio concetto di Socialismo sembra ai più una vecchia storia
andata a male.
Questo ci porta
poi ad un altro grave ritardo storico del movimento e del pensiero socialista.
Ovvero anni di “marxismo” centralista blanquista (con blanquista si intende
controllato rigidamente da un piccolo gruppo) che ha dominato e per molti versi
è ancora in auge tra molti socialisti marxisti. Questo partiva dal presupposto
che la classe lavoratrice doveva essere guidata da rivoluzionari di
professione. Questo si affermò in contrasto di altre correnti degenerative del
socialismo marxista. Il riformismo, che voleva cambiare il capitalismo
dall’interno tramite riforme strutturali, il sindacalismo che vedeva nelle
confederazioni di lavoratori l’unico strumento rivoluzionario, e l’anarchismo
che si concentrava sulla distruzione dello Stato borghese senza occuparsi della
ricostruzione della società in senso socialista. La popolarità del “marxismo”
centralista blanquista si affermò principalmente con la presa del potere dei
Bolscevichi in Russia alla fine del 1917. Il concetto di coercizione della
classe lavoratrice tramite una piccola avanguardia rigidamente strutturata nel
Comitato Centrale del Partito, dove i ruoli sono divisi come in una delle
migliori strutture capitalistiche, divenne dominante. Di conseguenza i
movimenti socialisti marxisti che al contrario volevano un Partito senza capi,
dove tutti avessero ruoli intercambiabili e seguissero il criterio di delega revocabile in qualsiasi momento quando
gli elettori sentissero che il delegato non fosse in linea con il suo mandato e non di rappresentanza
con libertà di azione del delegato a prescindere dal suo mandato, diventarono
mosche bianche. Unendo quindi lo svuotamento della classe lavoratrice da
responsabilità politiche… e perdendo qualsiasi potere contrattuale la classe
lavoratrice si ritrova oggi a essere in gran parte amorfa, abituata alla delega
passiva e non alla partecipazione attiva, incosciente della propria identità e
quindi si sente impotente e frustrata. La facile via di uscita fornita dalla
borghesia è il nazionalismo e il moralismo borghese.
Oggi siamo quindi
ad un pessimo punto, ma non ci possiamo scoraggiare e arrendere, lo dobbiamo
alle generazioni passate che hanno lottato per un sistema migliore e alle
generazioni future che si ritroveranno con problemi sociali enormi. Il sistema
socio-economico capitalista si basa sul profitto tratto dal lavoro non pagato e
non è sostenibile. Con la globalizzazione sta raggiungendo il suo limite e si
basa sulla disparità di ricchezza e condizioni tra persone. Il socialismo
marxista vuole cessare questo sistema socio-economico basato sul profitto di
pochi grazie allo sfruttamento di molti. Vuole cessare questo stato di cose
tramite l’azione della classe lavoratrice
nella sua maggioranza. A questo scopo si organizza in un Movimento politico
mondiale dove non ci siano capi e non ci sia la tipica divisione del lavoro che
caratterizza la produzione capitalista. Ciò vuol dire che ogni membro del Movimento
è parte in causa e non può semplicemente delegare la sua responsabilità. Ma per
questo motivo il Movimento dei lavoratori, costituito solo dai lavoratori stessi,
e non da politici professionisti, ha bisogno di te lavoratore.
Il Movimento
Socialista Mondiale è già formato da Partiti Socialisti marxisti in Gran
Bretagna, negli Stati Uniti, in Canada, in India, in Nuova Zelanda, ma in
Italia siamo ancora troppo pochi. Abbiamo bisogno di lavoratori socialisti
rivoluzionari per stabilire il Partito compagno del Movimento Socialista
Mondiale in Italia. Leggi di più su cosa è il socialismo qui:
E se ti vuoi
unire a noi leggi questo link: