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venerdì 31 dicembre 2010

Il socialismo funzionerà

I socialisti sono per l’istituzione di un sistema sociale fondamentalmente differente da quello che esiste oggi. In una società socialista i mezzi di produzione e di distribuzione della ricchezza – i terreni, le fabbriche, le fattorie, le miniere, i bacini, gli uffici, i mezzi di trasporto – apparterranno all’intera comunità. La proprietà comune sopprimerà il bisogno dello scambio, cosicché il denaro non avrà impiego.

La produzione nel socialismo sarà determinata dalle persone sulla base del bisogno sociale, non del profitto. Attualmente le persone possono aver bisogno di beni ma, se non possono permettersi di comprarli, devono farne a meno. La produzione è messa in atto per vendere con lo scopo di fare profitto. Socialismo significa produzione soltanto per l’uso: il pane per mangiare, le case per viverci dentro, i vestiti per vestirsi.

Quale sarà l’incentivo a lavorare in una società socialista? Non ci saranno le retribuzioni, perciò in una società senza classi nessuna persona avrà il diritto di comprare la capacità di un’altra persona di lavorare per un prezzo. Il lavoro nella società socialista dipenderà dalla cooperazione e dalle decisioni volontarie degli uomini e delle donne di contribuire alla società per mantenerla funzionante. Come un individuo non potrebbe sopravvivere se non mangiasse, non bevesse o non ricevesse le cure sanitarie necessarie, così una società socialista non sopravvivrebbe se la gente in essa non agisse cooperativamente in uno spirito di reciprocità.

Il socialismo non sarà un’Utopia dove tutti i problemi dell’esistenza saranno scoparsi. Il lavoro sgradevole dovrà ancora essere fatto. Certamente, molto del lavoro sporco del sistema del profitto, come uccidere, truffare e dare più valore alle banconote che alle persone, sarà eliminato con immediatezza in una società socialista. L’altro lavoro non attraente potrebbe essere preso in cura dalle macchine che fanno risparmiare lavoro e fatica. Dove il lavoro sporco dovrà essere fatto nella società socialista possiamo essere del tutto sicuri di due cose: innanzitutto, non sarà fatto dalle stesse persone tutto il tempo – i membri della società faranno dei turni; in secondo luogo, tale lavoro sarà effettuato da uomini e donne socialmente consapevoli che apprezzeranno il fatto che la società apparterrà a loro e perciò i suoi compiti meno piacevoli dovranno essere eseguiti da loro. Con la consapevolezza che possediamo e controlliamo la terra, e tutto ciò che vi è dentro e sopra di essa, è improbabile che gli esseri umani si rifiuteranno di occuparsi del lavoro sporco nel socialismo.

Che dire riguardo alle persone pigre in una società socialista? I critici della proposta socialista spesso ci dicono che il socialismo si troverebbe di fronte milioni di uomini e donne che si rifiuterebbero di fare il loro poco per fare in modo che la società funzioni efficientemente. Effettivamente, la società socialista conterrà milioni di bambini e minorenni che non potranno lavorare nelle miniere o mungere le vacche; ma, con la ragionevole consapevolezza che queste persone dipendenti saranno i fornitori di domani, non pensiamo che gli abitanti del socialismo lasceranno i bambini morire di fame. Attualmente ogni anno quindici milioni di bambini sotto i cinque anni muoiono di fame – una società basata sulla produzione per l’uso non tollererebbe tale oscenità. Ci saranno quelli nella società socialista che saranno troppo vecchi, troppo malati o troppo incapaci per offrire molto alla società; ma essi non sono pigri e non c’è alcuna ragione per cui la società non dovrebbe permettergli di dare secondo le loro varie capacità e di prendere secondo i loro differenti bisogni. E se uno che contribuisce di meno prendesse di più, perché ciò dovrebbe essere un problema in una società che è basata sulla soddisfazione dei bisogni? Quelle persone che vivranno in una società socialista e che saranno troppo apatiche per lavorare non costituiranno uno scolo sulle risorse della società molto a lungo, in quanto se mentiranno nel letto piuttosto a lungo moriranno – di noia, se non d’inerzia.

Ma non è per caso che, data una società di accesso senza limitazioni alla ricchezza sociale, l’ingordigia umana porterà la gente a consumare tutta la ricchezza della società in un mese? Questo è il “problema” previsto dai critici del socialismo. Tanto per cominciare, la loro predizione è basata sul falso presupposto che il socialismo sarebbe una società di sola consumazione, mentre ovviamente sarebbe una società dove ciò che è consumato dovrebbe essere confrontato con ciò che è prodotto. Perciò, se la gente nel socialismo decide di fare dieci pasti al giorno – come i nostri critici sembrano temere – ci dovrà essere il provvedimento eseguito per produrre abbastanza cibo per soddisfare tale malsana ghiottoneria. Certamente, nei casi dove le persone vorranno ciò che la società non è in grado di produrre, o ha deciso democraticamente di non produrre, la loro consumazione dovrà essere limitata. Queste potrebbero essere cattive notizie per gli utopisti ma, per i lavoratori e le lavoratrici che sono generalmente privati di ciò di cui hanno bisogno (non perché la società non può soddisfare il bisogno o perché ha deciso democraticamente di non farlo, ma perché non è redditizio fare in questo modo) l’idea della produzione democraticamente organizzata per l’uso è infinitamente preferibile alla presente sistemazione sociale. Per esempio, le migliaia di pensionati che sono morti d’ipotermia probabilmente non avrebbero rifiutato la proposta socialista perché non avrebbe permesso loro di fare dieci pasti al giorno; per lo meno una società basata sulla produzione per i bisogni assicurerà che nessuno non sia in grado di avere accesso al calore.

Ma che dire a riguardo di questa ingordigia? Il critico dell’idea socialista è giustamente preoccupato che in una società di libero accesso, la gente prenderà più di quello di cui ha bisogno. Ora è piuttosto vero che se i grandi magazzini fossero aperti oggi e i lavoratori fossero invitati ad andarci e prendere quanto vogliono senza dover pagare, ci sarebbe una ressa impazzita e i magazzini verrebbero svuotati entro un giorno. Ma perché questo dovrebbe essere il caso se i grandi magazzini fossero sempre aperti per il libero accesso? Sarebbe strano veramente per gli abitanti del socialismo fare provvista di dozzine di pagnotte, che invecchierebbero prima che possano essere mangiate, quando esisterebbe l’alternativa di andare al grande magazzino e prendere una nuova pagnotta ogni giorno o ogni pochi giorni. Sarebbe non meno strano per noi leggere oggi di lavoratori che fanno scorta d’acqua perché hanno paura che, quando in seguito apriranno il rubinetto, il liquido accessibile non ci sarà più per essere consumato. Forse, nell’innocenza, i primissimi abitanti del socialismo si soddisferanno con alcuni banchetti di cospicua ed eccessiva consumazione (chi sarebbe sorpreso da tale azione dopo anni di povertà e d’inferiorità sociale?), ma tali buffonerie finiranno presto quando le conseguenze fisiche di tale irrazionalità saranno avvertite.

Ma non è il caso che, anche se le classi fossero abolite e tutte le persone fossero socialmente uguali, una gerarchia presto sorgerebbe ancora e la società ritornerebbe al punto di partenza? L’oppositore del socialismo si sente convinto che l’ineguaglianza sia un fenomeno dal quale la società non può mai sfuggire. Forse – e soltanto forse – la società socialista non eliminerà le differenze di talento: una persona potrebbe continuare a essere un più grande pianista rispetto a un’altra, mentre un’altra correrà più veloce di un’altra per quanto possa mai essere stata addestrata a correre. Ma ciò non significa che il socialismo istituirà una gerarchia di pianisti, di atleti, di poeti o di chirurghi. In una società cooperativa sarà riconosciuto che i poeti non possono scrivere i loro capolavori letterari senza il minatore che è disposto a prendere il carbone da sotto la terra. L’umanità vive interdipendentemente. E chi dice che i minatori non saranno dei poeti quando non saranno giù nella miniera e che i più grandi giocatori di scacchi nel socialismo non spazzeranno le vie cosicché i più grandi chirurghi potranno camminare verso l’ospedale senza i ratti che mordono alle caviglie? La divisione rigida del lavoro, che è una caratteristica del presente sistema, non esisterà nella società socialista.

In generale, i critici della proposta socialista non stanno dicendo che sono contrari all’istituzione di un mondo socialista, come definito dai socialisti. La maggior parte di loro sta levando delle obiezioni al socialismo che riflettono il loro condizionamento dal presente ordine sociale. I “problemi” che temono sono basati sulla premessa sbagliata, che il socialismo stia avanzando per essere imposto sulle condizioni del capitalismo, includendo la coscienza che appoggia il sistema. Certamente, una maggioranza di persone le cui menti sono ancora riempite d’idee e di pregiudizi del sistema del profitto non potrebbe mai mettere in azione il socialismo. Ecco perché il Movimento Socialista Mondiale specifica enfaticamente che non ci può essere nessuna società socialista finché una maggioranza di lavoratori non la comprende e non la vuole. Occorre che i timori infondati delle critiche del socialismo diventino assurdi quanto i pittoreschi vecchi timori dei vittoriani secondo i quali l’elettricità in tutte le case avrebbe dovuto condurre a pericoli che la società non sarebbe stata in grado di trattare. Sì, il futuro appare sempre strano quando le menti della gente sono imprigionate nel passato, ma più abbiamo vicina la prossima tappa nello sviluppo sociale meno strana diventa l’idea della produzione per il bisogno.

Ci sono migliaia di lavoratori che stanno andando in giro con idee nelle loro menti che sono vicine o identiche a quelle difese dai socialisti; come quel numero cresce, e come essi vengono a sapere del movimento politico consapevole per il socialismo, i dubbi delle critiche crescono più fiacchi e più assurdi e ciò che una volta sembrava inconcepibile sale al primo posto nell’agenda della storia.

(Traduzione da www.worldsocialism.org)

mercoledì 11 agosto 2010

L’Information Technology e il Socialismo

Il socialismo sarà una società basata sulla produzione per l’uso. Ma questo che cosa significa? Ciò come potrebbe funzionare e l’Information Technology che ruolo potrebbe svolgere nel socialismo?

Nel descrivere la nuova società per la quale stanno lavorando, i socialisti incontrano frequentemente la domanda "come funzionerà?". Gli interrogatori spesso partono dal presupposto che solo con un sistema di denaro e prezzi le cose possano “funzionare”; tante cose accadono già, senza alcun bisogno per loro di partecipare.

Dal sistema del mercato può scaturire “lavoro”, nel senso che continua a funzionare con o senza che la gente provi a controllare dove esso ci richiede. Dopo tutto, i politicanti al giorno d’oggi sembrano sempre più ammettere quanto poco controllo abbiano sul sistema che essi soltanto amministrano. Eppure, questa inevitabile assenza di controllo consapevole e sociale è proprio il problema. La nuova forma di organizzazione sociale dove la produzione è organizzata solamente per l’uso può richiedere più coinvolgimento attivo dalla gente ma questo è l’unico modo per mettere in azione una società nell’interesse dell’intera popolazione. Così nel rispondere alla domanda “come funzionerà” i socialisti riconoscono che ci sia innanzitutto una necessità per la vasta maggioranza delle persone di capire e volere il socialismo.

Il modo in cui le cose “funzioneranno” nel socialismo avverrà grazie a ciò che noi chiamiamo “produzione per l’uso”. Questa caratteristica della definizione del socialismo, non è difficile da capire, significa semplicemente produrre direttamente ciò che è necessario, senza il bisogno di scambio monetario, come nel capitalismo. Per tutta la storia umana c’è sempre stata la produzione solamente per l’uso, iniziando con la raccolta di cibo e la fabbricazione di strumenti in società di raccoglitori/cacciatori. Nel capitalismo dei giorni moderni, ci sono molti esempi che variano dalle attività delle organizzazioni di volontariato ai lavori domestici e al giardinaggio.

La produzione per l’uso

Nel socialismo, produrre direttamente per l’uso sarà la regola. La produzione socialista necessita di essere organizzata democraticamente, una dittatura che organizza la produzione per l’uso non sarebbe socialismo. In considerazione delle relazioni tra la democrazia e la produzione, la questione “come funzionerà” richiede alcune ulteriori risposte. Nel costruire il socialismo, abbiamo bisogno di considerare come le preferenze e le opinioni del complesso della società saranno riflesse nelle scelte che saranno fatte riguardo alla produzione di beni e di servizi.

Tre questioni specifiche riguardo alla produzione nel socialismo vengono alla mente. Innanzitutto, una questione che riguarda il calcolo economico, in secondo luogo la scala geografica della presa di decisione e in terzo luogo gli incentivi in una società socialista. Queste sono questioni in cui il ruolo dell’information technology (IT) nel socialismo può avere una certa importanza nelle risposte offerte dai socialisti.

La prima questione riguardante il calcolo economico è posta dai difensori del libero mercato. Il mercato sarebbe un meccanismo decentralizzato per calcolare la domanda allo scopo di realizzare il giusto livello di fornitura, espresso attraverso il dispendio monetario. Ci sono, certamente, pecche in questo argomento, il denaro non è equamente distribuito, il mercato non è un sistema così elegantemente decentralizzato e non realizza il tipo di efficienza da manuale come è sostenuto. Tuttora, c’è una necessità di mostrare come i calcoli circa la domanda e l’offerta sarebbero affrontati in assenza del sistema del mercato.

Sarebbe necessario calcolare l’ammontare delle entrate che fossero necessarie per realizzare un certo livello di produzione. Questo tipo di calcolo di entrata-uscita necessiterebbe di avvenire su scale geografiche differenti, dalle forme di calcolo “locali” alle regionali e anche globali. Ciò si connette alla nostra seconda questione circa l’estensione nel socialismo della presa di decisione localizzata contro quella centralizzata.

Guardando alle locali forme di organizzazione, le unità individuali di produzione nel capitalismo (fabbriche, uffici, ecc.) hanno già sistemi IT per calcolare le risorse che sono necessarie nella produzione, come pure i sistemi di controllo dello stock per amministrare la fornitura delle risorse. Eccetto quelle parti che hanno attinenza con la contabilità monetaria, questi sistemi potrebbero essere utili alla società socialista che li ereditasse.

In ogni caso, la contabilità monetaria non aiuta con i calcoli di entrata-uscita che sono veramente necessari nel pianificare la produzione. Questi calcoli possono essere fatti in termini di quantità (siano essi chilogrammi, litri, watt, o altre unità di misura). Lo sono spesso, anche all’interno del capitalismo. Nel 1973 un economista, Wassily Leontief, ricevette un premio Nobel per aver formulato una metodologia per l’analisi di entrata-uscita che potrebbe usare tali misure quantitative.

Così come l’utilizzo degli esistenti sistemi IT, molti nuovi sviluppi sarebbero necessari nelle organizzazioni di produzione locali. Per esempio, le operazioni dei tipi molto differenti di attività produttive potrebbero essere rese più aperte e responsabili attraverso informazioni pubbliche migliorate. La presa di decisione e l’arruolamento di persone con certe capacità sono altre aree dove l’IT aumenterebbe l’organizzazione della produzione per l’uso.

Nel passare alle scale regionali e globali più ampie, si dice spesso che la produzione nella società moderna sia troppo complessa per essere il soggetto di calcolo. Eppure, anche tornando agli anni Sessanta quando la tecnologia del computer era nella sua fase iniziale, i teorici di mente “socialista” citarono il potenziale uso dei computer per il calcolo di entrata-uscita su scala più larga. La moderna potenza di calcolo significa che i calcoli necessari anche per milioni di prodotti possono essere effettuati in minuti. In realtà, la scala computazionale di tali calcoli è piccola quando comparata ad altri usi dei moderni “super computer” come nella previsione del tempo (vedi Towards a New Socialism di W. Paul Cockshott e Allin Cottrell, Spokesman Books, 1993).

La presa di decisione democratica

L’elaborazione matematica su larga scala non può essere il problema che era una volta, sebbene una società socialista si troverebbe ancora di fronte alla questione di come meglio democratizzare la produzione. L’IT potrebbe essere usata per fornire universalmente l’accesso alla risorse globali di informazione circa le scelte differenti che sono affrontate nella progettazione della produzione. È importante notare che l’immagazzinamento centrale delle informazioni non significa necessariamente che la presa di decisione debba essere centralizzata. La più ampia disponibilità di informazioni faciliterebbe di per sé la vera democrazia che i socialisti sostengono sia necessaria per prevenire la centralizzazione del potere.

La questione del fin dove sarà possibile localizzare la produzione e la presa di decisione rimarrà una materia per il dibattito sia prima che dopo la rivoluzione socialista. Certamente, l’organizzazione locale sembra appropriata per molti tipi di produzione, alcuni dei quali non necessiteranno di centralizzare molta o perfino neanche un po’ dell’informazione usata nella loro progettazione. Altre questioni necessiteranno delle decisioni su una più larga scala geografica, alcuni aspetti dell’amministrazione ambientale, per esempio. La discussione di queste questioni trarrà beneficio dalla versatilità dei sistemi IT, il che significa che la presa di decisione può avvenire attraverso la scala più appropriata, sia essa locale, regionale o globale.

Sulla terza questione, riguardante gli incentivi, viene spesso chiesto che cosa motiverebbe la gente nel socialismo a realizzare nuove innovazioni. La risposta principale a ciò si trova nell'insieme completamente nuovo delle priorità e delle motivazioni in cui la gente riconoscerebbe l'esigenza urgente di realizzare determinati generi di sviluppo (per esempio, fonti di energia rinnovabile di sviluppo e altre forme ecologicamente sostenibili di produzione). L’IT, nel promuovere la condivisione della conoscenza e la cooperazione, sarebbe anche importante nell’incoraggiare l’innovazione, come effettivamente è stato anche sotto il capitalismo. Un esempio che i socialisti hanno notato è stato il movimento del “software open source” (programma con sorgente aperto) in cui persone geograficamente separate hanno collaborato su Internet per sviluppare la piattaforma per computer Linux. Il loro lavoro, all’avanguardia dell’industria dell’IT, è stato organizzato su basi volontarie, cercando attivamente di evitare il mercato piuttosto di utilizzarlo.

Un sistema di produzione solamente per l’uso avrebbe completamente una nuova serie di priorità e gli incentivi a sviluppare in queste aree risulterebbero da fonti piuttosto differenti quali le dinamiche della cooperazione, la democrazia e la libertà grandemente aumentata da mettere a fuoco su quelle zone di produzione che sono ampiamente riconosciute essere di più grande beneficio.

Il rapido sviluppo della tecnologia del computer offre un nuovo tipo di risposta agli argomenti pro-mercato concernenti il calcolo, la presa di decisione e gli incentivi. La diffusione dell’informazione sarà una parte essenziale della struttura democratica del socialismo e il compito di progettare i sistemi che possano riuscire meglio in questo sarà una delle più grandi sfide che si troverà di fronte la società socialista.

L’uso dei sistemi IT nel socialismo può non sempre essere l’aspetto della nuova società che cattura di più l’immaginazione. Alcuni possono persino temere che stia portando a un piano d'azione da incubo in cui i calcolatori si avviano a controllarci, piuttosto che il contrario. Questi timori non riescono a riconoscere la capacità dell’IT di facilitare piuttosto che dettare l'organizzazione sociale, una volta che è usato per funzionare negli interessi dell’intera società. L’IT può fornire i blocchi di costruzione per nuove forme di organizzazione che superino qualsiasi cosa che esiste o potrebbe mai esistere nel capitalismo.

(Traduzione da Socialist Standard, dicembre 2002)